Le farfalle e la fiamma
Attar Nishabouri
Si riunirono una notte le farfalle in festa Desideravano conoscere la verità sulla luce della candela,
Decisero che una doveva andare Del bagliore inafferrabile, le notizie doveva portare.
Una farfalla, distante volò via
Nello spazio di un palazzo, vide la luce della candela -
Non andò più vicino, ma tornò
Di ciò che comprese, parlò
La guida delle farfalle proferì:
“Ella non sa nulla della luce.”
Un’altra farfalla più entusiasta,
passò oltre la porta del palazzo.
sorvolò l’aura della fiamma,
tremante, confusa e timorosa del desiderio,
la candela era annientatrice, lei era sbalordita.
Ella ritornò, raccontò di quanto si avvicinò
“O mia cara,” disse la guida, “tu non porti i segni
Di chi ha compreso della candela il bagliore”
Un’altra farfalla, ma ebbra, prese il volo inebriata.
Come un ardente corteggiamento alla luce era il suo volo.
Si unirono lei e il fuoco
Si perse lei nell’ estasi col fuoco
La fiamma inghiottì le sue ali, il corpo e la testa,
il suo essere ardeva rosso cristallino;
E quando la guida delle farfalle vide la fiamma improvvisa, e la farfalla dalla forma persa nei raggi ardenti,
disse: “Ella sa, ella conosce la verità che cerchiamo.
Quella verità della quale parlar non possiamo.”
Colei che è distaccata e annientata
Nel gruppo ella ha le notizie
Finché non si libera della carne e dell’anima
Quando mai si può arrivare alla meta
Se rimane una parte, un solo capello
Ci trascina indietro e ci fa tuffare nella disperazione -
Non è ammesso il Sè delle creature, qui.
Tutte le identità limitate devono scomparire qui.